“La guerrilla raggiunge il consumatore nei momenti e nei luoghi in cui non è attiva la sua “advertising consciousness” (come accade invece davanti alla TV o ascoltando la radio), quando cioè le sue difese nei confronti dei messaggi pubblicitari sono abbassate. Incuriosire, intrigare e coinvolgere sono gli effetti che la guerrilla produce sulle sue “vittime”. Ma anche far riflettere.
La guerrilla non colpisce la massa ma il singolo, invertendo il meccanismo di generazione di notorietà. Gli attacchi di guerrilla infatti generano spiazzamento, lo spiazzamento produce passaparola, il passaparola si diffonde in maniera “virale” nella popolazione. E la diffusione virale garantisce notorietà al prodotto.”
Gabriella Ambrosio, già docente di Teoria e Tecniche del Linguaggio Pubblicitario presso l’università di Roma nonché Strategic Planner della sua agenzia di comunicazione (fonte: http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=2271&id_area=143).